Ontologie Sociali

Nel capitolo iniziale del libro “Creations of the Mind” (un riassunto dei temi fondamentali affrontati nell’opera “The Construction of social reality), John Searle tratta il problema ontologico dell’esistenza di realtà istituzionali o, in altre parole, di come in un mondo costituito da atomi, molecole e “fatti bruti” possano esistere costrutti sociali come la moneta, il calcio o il matrimonio. A questo scopo, l’autore passa in rassegna una serie di strumenti concettuali, attraverso i quali arriva a definire un quadro teorico che permetta di giustificare in termini metafisici l’esistenza di ontologie sociali.
Nucleo centrale della trattazione è la capacità degli esseri umani di generare regole costitutive, ossia quell’insieme di processi logici che condividono la funzione di stato

L’ente X assume una funzione Y in un contesto sociale C”

ponendosi dunque come fondamento dell’esistenza stessa di un ente sociale. Ad esempio, il gioco degli scacchi si distingue dal muovere casualmente pezzi di legno posizionati su un tavolo, proprio perchè esistono una serie di regole che definiscono la sua essenza (regole costitutive). Al contrario, l’atto di guidare è tale indipendentemente dall’esistenza del codice della strada, che si limita a disciplinare I comportamenti da tenere alla guida (regole normative), ma non ne definisce in nessun modo l’esistenza.

Nel corso del capitolo, Searle procede indicando i requisiti necessari alla formulazione della funzione di stato precedentemente espressa, schematizzati di seguito:

1) Il linguaggio, senza il quale la logica delle regole constitutive non esiste.
2) La necessità di una realtà materiale sulla quale la logica costitutiva possa agire, in modo tale che una serie di pezzi di carta possano diventare moneta.
3) L’attribuzione di funzionalità ad un oggetto.
4) La capacità degli esseri umani di condividere intenzionalità di prima persona, dando così luogo a forme di intenzionalità collettiva, necessarie per la condivisione di concetti sociali.

La prospettiva avanzata da Searle rappresenta dunque nel suo insieme un’ottima base di partenza per il neuroantropologo interessato ai processi di formazione della società umana e ai loro rapporti con la dimensione neurobiologica. Posti i requisiti logici per la costruzione della realtà istituzionale, al neuroantropologo spetta di verificare quali siano i processi neurocognitivi necessari alla produzione di regole constitutive e quindi alla definizione di realtà istituzionali.
Analisi neurolinguistica per la comprensione delle basi logiche della funzione di status, interfaccia cervello-oggetto per correlare realtà materiale e istituzionale, teoria della mente e cortecce ventromediali come fondamento dell’individualità collettiva, studio dei correlati neurali atti alla attribuzione di funzionalità negli oggetti. Il tutto, possibilmente inquadrato in una prospettiva paleoantropologica, che permetta di comprendere l’origine di questi processi nella storia naturale dell’uomo. Apparentemente, ci sono tutte le condizioni affinchè l’input offerto dalla filosofia della società di John Searle si concretizzi in un orizzonte integrato di analisi neuroscientifica.

-D. Garofoli

~ di D Garofoli su aprile 23, 2010.

Una Risposta to “Ontologie Sociali”

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